Abbiamo spesso parlato di bambini qui sul blog, cioè dei piccoli uomini e delle piccole donne che saranno il nostro prossimo futuro, che sono l’incarnazione della nostra continuità e che si occuperanno di portare i nostri geni avanti nel mondo.
E’ naturale e doveroso riservare loro uno spazio ampio e attento perchè possano procedere nell’esistenza sempre più colmi di fiducia e di amore. E domenica 8 maggio è la festa della mamma. E di queste oggi parliamo, delle mamme.
Pur festeggiandosi in tutto il globo non ha ovunque una data stabilita, per noi in Italia (nel 1957 ad Assisi la prima festa) è stata posta la seconda domenica di maggio. Ben prima arrivarono gli Stati Uniti, nel 1870 fu proposta la Giornata della Madre, ufficializzata poi nel 1914 come omaggio di gratitudine e amore e suggerimento di pace. Anche se strada facendo ha ceduto la sua originaria nobiltà a un discorso più commerciale, ha origini molto antiche ed è legata al culto della fertilità. Perlopiù celebrata nel periodo primaverile (secondo la latitudine) nel tempo che sancisce la fine dell’inverno freddo e rigido che si apre alla prosperità della stagione più adatta nel preparare i frutti migliori.
Mamma è spesso la prima parola che il bimbo pronuncia, mamma è un suono che ci accompagna anche quando mamme non siamo diventate. Una mamma ognuno di noi l’ha o l’ha avuta, e che sia un rapporto armonioso o meno (e se non lo è abbiamo tutti gli strumenti perchè lo divenga senza pregiudizio di tempo o luogo, nel continuum qui e ora) è stata colei che ci ha permesso di accedere alla Vita.
Solo per questo le dobbiamo amore e gratitudine infiniti, il resto è nostra responsabilità al 100%.
Con la pratica di Ho’oponopono abbiamo imparato a prenderci cura del nostro bambino interiore e in questo compito anche il dottor Hew Len ci ha suggerito di (femmine o maschi, madri o meno) di trattare il nostro Unihipili (o subconscio) come la parte più preziosa e delicata che abbiamo. E’ il nostro primo collaboratore al quale possiamo insegnare tutti i processi di pulizia perchè anche lui con noi possa chiedere alla divinità di dissolvere ogni nostra memoria e credenza limitante.
Il mantra Ti Amo, Mi Dispiace, Perdonami, Grazie insieme a lui sarà ancora più speciale.
Nel trattare col nostro bambino interiore facciamo in modo di averne la massima cura e attenzione, amiamolo e confortiamolo, diamogli fiducia, teniamolo sempre presente nel nostro cuore.
Egli c’è e vive attraverso la nostra attenzione e considerazione. Cerchiamo di essere le madri migliori che possiamo, è un’occasione unica per esprimere tutto il nostro amore e per esserne ricambiate/i nella maniera più potente che possiamo immaginare.
“Una mamma è colei che crede di essere una madre, ma non lo è; pensa di esserlo, ma non lo è perché essere una madre è molto, molto difficile, mentre essere una mamma è molto facile. Il solo procreare è sufficiente per essere una mamma: non è necessaria alcuna comprensione. Il mondo intero è pieno di mamme, ma trovare una madre è molto difficile. Una madre è colei che ti aiuta ad essere te stesso. La mamma è colei che pensa, che crede di amarti, ma in realtà ama se stessa e desidera solo che tu diventi una proiezione delle sue ambizioni. E questo vale anche per i papà. Potrai trovare delle mamme e dei papà ovunque: hanno corrotto il mondo intero. Freud dice che, se esaminiamo le nevrosi in profondità, si troverà sempre una mamma alla base. Tutta la psicoanalisi converge, alla fine, su problemi che la mamma ha creato. Quindi la mamma è la simulazione di una madre, la controparte fisica della madre spirituale. Essere una madre è molto difficile. Solo colei che è arrivata a casa può essere una madre. Procreare è molto facile, è naturale, biologico, ma essere una madre è qualcosa di spirituale. La mamma vorrebbe che la seguissi, vorrebbe possederti, farti diventare una parte di sé, un suo possedimento prezioso. Ti sarà attaccata. La madre, invece, ti aiuterà a diventare indipendente. Ti aiuterà a diventare individuo. Ti amerà ma non cercherà di importi nulla. Ti darà il suo amore ma non ti passerà il suo sapere. Ti manderà nel mondo affiché tu scopra la tua verità e trovi la tua vita. Non ti darà né un modello né una forma. Non ti strutturerà, si limiterà ad aiutarti qualsiasi cosa tu possa essere. La madre è l’ideale, accade raramente! Le mamme le trovate ovunque. La madre è l’ideale utopistico, colei che può far nascere la tua anima.”
Se vuoi approfondire Ho’oponopono leggi Ho’oponopono La Pace comincia da te
Commenti
Amo e condivido il pensiero di Osho…La maternita’ e’ un dono che si manifesta nell’aver incontrato s’e’ stessi,non ti puoi donare ad un altro essere se quella nascita non e’ mai avvenuta in te…Che cosa potrai donare: le tue nevrosi, le tue paure ,i tuoi sogni irrealizzati che tenderai a proiettare in un altro essere , ma che non gli apparterranno e in cui non si riconoscera’, perche’ lui e’ altro da te. Essere madre non e’ qualcosa che avviene nel momento del concepimento …E’ una realta’ che si rivela a te ogni giorno che si esprime nel dono di te stessa verso un altro essere che non sia la manifestazione di un bisogno …Ma semplicemente un’emanazione dell’Amore che vive in te.
Meravigliose le parole di Osho, peccato che non siano diffuse, nei fatti e nei comportamenti, nelle storie delle nostre famiglie d’origine. Conosco solo mamme, terribilmente possessive e castranti, ed io sono stata una mamma, come lo è stata la mia, come lo è stata mia nonna e così all’indietro, le memorie si ripetono e si potenziano, e adesso leggo cos’è essere madre e spero non mi rimanga solo il senso di colpa per quel che sono stata e continuo, purtroppo a volte ed essere, nonostante un lavoro ventennale di lavoro cognitivo su di me. No, non c’è colpa dentro me per essere stata solo mamma, solo quello che sapevo potevo fare, e quello ho fatto.
A voi, grazie.
grazie per questo bellissimo post. non conoscevo le parole di osho rispetto alle madri e consentitemi di postarle subito su facebook. è quello che potremmo fare tutti, facebook o e-mail che sia. tanto più queste parole mi colpiscono perché proprio due giorni fa mio figlio (35 anni) mi ha dato dimostrazione – attrraverso un sogno che ha fatto su di me e che ha voluto condividere con me – di come la mia ‘opera’ con lui – quella di cui parla osho, ossia rendere autonomi i propri figli – abbia avuto tutto sommato successo. grazie osho, grazie universo.
Personalmente la penso esattamente al contrario è madre chi genera ed è mamma chi sa stare nella relazione con il figlio nel rispetto della sua crescita e della sua personalità. Il fatto che il bambino chiami mamma e non madre, che nei momenti di profondo dolore, quando scendiamo nella profondità della nostra anima chiamiamo mamma, spesso nel momento della morte mi porta a sentire quanto questa parola sia profondamente radicata dentro di noi. Mamma ha a che fare con l’universo degli affetti, madre ha a che fare con quello del possesso e delle sovrastrutture. Quando una donna si incazza con suo figlio spesso gli dice con distacco e superiorità “ricordati che sono tua madre e che mi devi portare rispetto!!!! (Forse c’è anche un problema di traduzione perché i discorsi di Osho erano in inglese e bisognerebbe capire fino infondo quale accezione viene data al termine).
Comunque grazie perché credo che ognuno di noi abbia bisogno di interrogarsi su come sta in relazione, quanta pretesa c’è verso l’altro e quanto bisogno c’è di riconoscimento per la fatica a stare sulle proprie gambe.
Vi amo perché fate girare molte idee su cui ci si può confrontare per fare un pezzo di strada insieme.
Condivido il pensiero di Osho, fortunatamente per me ne sono venuta a conoscenza già da tempo….ed è così che ho potuto mettermi in discussione come mamma e imparare ad essere una madre. I contrasti con i figli non sono mancati e non mancano perchè, in alcune occasioni, credo che i figli preferiscano la mamma che si prende la responsabilità di ogni cosa…..quanto è dura fargli comprendere ogni volta che non è una mancanza di attenzioni ma un insegnamento per renderli autonomi. @Cara Piera, è vero che viene usato di più il nome “mamma” ma perchè in ognuno di noi c’è una “mamma”….invece MADRI si diventa!!!
forse solo scegliendo di essere AMORE,possiamo diventare MADRI,e non essere più mamme….
Grazie per queste splendide parole.. sono mamma e forse anche madre non so.. di certo è proprio vero! è facile essere mamma ma difficile essere madre.
Un percorso che dura tutta una vita… l’infinito che sfiora il finito.